As Bari/ Fc Bari

La prima squadra di calcio di Bari fu fondata il 15 gennaio 1908 come Foot-Ball Club Bari. Come nel caso di molte altre squadre di calcio italiane, anche la fondazione del Bari fu caratterizzata dalla partecipazione di alcuni stranieri: Floriano Ludwig, tedesco trapiantato a Bari, Gustavo Kuhn, svizzero, cui si aggiunse Giovanni Tiberini, marchigiano trapiantato a Bari, che capeggiava figli di commercianti baresi. Originalmente i calciatori indossavano maglia rossa e pantaloncini bianchi e giocavano principalmente contro marinai inglesi al San Lorenzo nel quartiere di San Pasquale. Sebbene il club fu fondato in tempi molto antichi, le squadre del Mezzogiorno non erano ben rappresentate nei campionati del calcio italiano e così il Bari non prese parte alle prime stagioni. Di fatto solo la Campania aveva un campionato regionale prima della prima guerra mondiale. Il F.B.C. Bari venne sciolto nel 1915, in periodo di guerra, per poi essere riorganizzato sotto lo stesso nome. A quel tempo erano in attività accanto al F.B.C. Bari altre due società: la Foot-Ball Club Liberty (colori rosso-blu a strisce orizzontali, poi variato nel 1915 in bianco-blu verticali), fondata da dissidenti del Bari originale nel 1909 e i rivali dell'Unione Sportiva Ideale (colori nero-verde adottato nel 1915). Fu il FBC Liberty la prima squadra della Provincia di Bari a prendere parte al campionato italiano di calcio durante il torneo di Prima Divisione 1921-1922 organizzato dalla CCI quando molti dei club principali del paese entrarono in contrasto con la FIGC.La stagione successiva l'Ideale divenne la prima squadra di Bari a raggiungere le semifinali della Lega Sud, dove fu la Lazio a passare in finale. Tutti e tre i club baresi parteciparono per la prima volta insieme al campionato nella stagione 1924-25 dove da una parte il FBC Bari retrocesse e dall'altra il Liberty raggiunse le semifinali di Lega venendo sconfitto pesantemente dall'Alba Roma per 6-0 all'andata e 3-0 al ritorno.

Unione Sportiva Bari (1926-1945)

Una serie di fusioni fra squadre nel giro di due anni diedero alla luce un solo club per rappresentare il Bari. La prima fusione avvenne fra il FBC Bari e il FBC Liberty nel torneo 1926-27, conservando la denominazione "Bari" usato per la prima volta il 6 febbraio 1927 nella partita contro l'Audace Taranto. Nel 1927 esordisce Raffaele Costantino.L'intero sistema calcistico italiano stava subendo numerose trasformazioni in questo periodo e cominciò ad essere meglio organizzato, con fusioni simili a quella del Bari che accadevano un po' ovunque, come a Salerno, Napoli, Firenze e Roma. La neonata F.C. Bari si fuse con l'Ideale il 27 febbraio 1928 creando l'Unione Sportiva Bari. Le maglie dell'US Bari presero i colori biancorossi dal FBC Bari e le strisce dell'Ideale. Nell'anno della fusione e della nascita della U.S. Bari (1928) la squadra raggiunge per la prima volta la Divisione Nazionale, l'attuale Serie A: decisiva la vittoria per 5-3 sulla Fiorentina il 15 gennaio 1928. Protagonista anche il giovane barese Raffaele Costantino, poi incoronato "reuccio" dalla tifoseria. Dopo la stagione 1928-29 il sistema della lega fu riorganizzato e il Bari fu piazzato in Serie B. Costantino fu convocato per la prima volta nella Nazionale italiana, rendendo il Bari la prima squadra di Serie B a vedere un proprio giocatore convocato in Nazionale.
Nel 1929 debutta Pippo Scategni; ma, subito dopo la prima promozione, arriva anche per il Bari la prima retrocessione: classificatosi al 13º posto il Bari viene assorbito nella neo istituita Serie B. Protagonisti di quegli anni, oltre al già citato Costantino, titolare in nazionale, pur con una parentesi tra il 1930 ed il 1935 alla Roma, Alferio Cubi (che debutta nel 1932), Piero Bottaro e Dario Gay. Nella stagione di Serie A 1931-1932, la squadra si salvò dalla retrocessione vincendo lo spareggio contro il Brescia, giovandosi dell'esperienza e del talento del tecnico ungherese Árpád Weisz, già campione d'Italia nel 1929-1930 con l'Ambrosiana-Inter e futuro vincitore di due scudetti con il Bologna (prima di essere espulso dall'Italia nel 1938 per le leggi razziali perché ebreo e perire ad Auschwitz nel 1944). Nel 1933 lascia la squadra Pippo Scategni, ma arriva a Bari Annibale Frossi che giocherà con i pugliesi un campionato (1933-1934); nel 1936 debuttano Cesarino Grossi, detto il centravanti tascabile, e Totò Lella.
Prima della sospensione bellica il Bari disputerà, al vecchio "Campo degli Sport" al rione Carrassi e poi allo Stadio della Vittoria, inaugurato il 16 dicembre 1934, con alterne fortune, nove campionati di Serie A e cinque di Serie B. Nel 1939 lasciano Raffaele Costantino, Alferio Cubi e Cesarino Grossi ed esordiscono Tommaso Maestrelli e Alessandro Carlini. Nel 1940 debutta Leonardo Costagliola e nel 1943 lascia Tommaso Maestrelli. L'ultimo campionato di serie A del 1942-43 si concluse con una retrocessione in Serie B maturata solo all'ultima giornata. Il campionato 1943-1944 non fu disputato a causa della guerra e nel 1944-1945 il Bari ed il rinato Liberty disputarono solo partite a livello regionale non nello "Stadio della Vittoria", chiuso, ma in un campo di fortuna in via Crispi, ribattezzato "Campo Antonio Lella".

Il dopoguerra (1945-1954)


Gli alleati concessero nuovamente l'uso dello "Stadio della Vittoria" solo il 4 marzo 1945 con la partita Bari-Lecce. Nel frattempo, il 1º gennaio 1945, la società cambiò denominazione da Unione Sportiva ad Associazione Sportiva Bari. Nel "campionato misto" disputatosi nel 1945-46 il Bari ben figurò terminando al primo posto, a pari merito con il Napoli, girone "Centro-Sud". Nel 1946 lascia Alessandro Carlini. Si confermò l'anno seguente terminando al settimo posto (miglior risultato di tutti i tempi) in un campionato dominato dal Grande Torino. Nel 1947 debutta Mihály Vörös. Nel 1948 va via Leonardo Costagliola. Tuttavia, il Bari non riuscì a ripetersi, e si aprì una grave crisi di risultati prima e di stagioni poi, che fecero precipitare la squadra fino alla IV Serie nel giro di pochi anni fatti di sconfitte sonore e di acquisti fumosi. Nel 1951 debutta Nicola Chiricallo, che lascia la squadra dopo due campionati, insieme a Mihály Vörös. Approda quindi sulla panchina della squadra pugliese Francesco Capocasale che riesce inizialmente ad arrivare primo in IV Serie tornando in Serie C; i tifosi del Bari festeggiano questo evento quasi come la vittoria di uno scudetto con 20.000 persone presenti allo spareggio contro il Colleferro, disputatosi a Napoli il 27 giugno 1954 e terminato 2-1 in favore dei biancorossi con doppietta di Raffaele Gamberini.

La ripresa dal baratro (1954-1961)

Nella stagione 1954-55 l'impresa si ripete e sempre con Capocasale la Associazione Sportiva Bari ottiene una nuova promozione ed il ritorno in Serie B. Nel 1955 debutta Luciano Gariboldi. Finalmente nella stagione 1958/59 il Bari tornava in Serie A, dopo aver trascorso otto anni tra la Serie C e la IV Serie Meridionale; idoli di quegli anni saranno Mario Mazzoni (313 partite col Bari), Biagio Catalano, il centravanti argentino Raul Conti, che entra in squadra nel 1958, insieme all'ala sinistra Bruno Cicogna; infine arrivano nel 1959 Carlo Tagnin e nel 1960 Giuseppe Virgili, mentre va via Luciano Gariboldi. Dopo quattro anni di permanenza, agli spareggi contro Lecco ed Udinese, il Bari torna però in cadetteria.

La presidenza De Palo (1961-1977)

Intanto diventa nuovo presidente della Associazione Sportiva Bari il professor Angelo De Palo. Il Bari rimane in Serie B soltanto per un anno: promosso di nuovo in massima serie con Pietro Magni allenatore, sembrava essere tornato la "squadra-ascensore" del passato. L'illusione durò poco: alla B "riconquistata" subito dopo, seguì la Serie C. Lasciano la squadra alcuni giocatori celebri, come nel 1961 Carlo Tagnin e nel 1962 Raoul Conti e Giuseppe Virgili. Poi nel 1966 debutta Lucio Mujesan. Nel 1967 i biancorossi tornano in B mentre due anni dopo (1969), guidati soprattutto dal bomber Lucio Mujesan (19 gol in 37 partite), riconquistano la Serie A. In panchina approda Oronzo Pugliese che però non riesce ad agguantare la salvezza e la squadra torna in Serie B, dopo esser arrivata all'ultimo posto con una cifra bassissima di gol segnati (11). Ma in questo periodo la squadra cede Bruno Cicogna e Lucio Mujesan; fa debuttare Vittorio Spimi; fa giocare per tre campionati il celebre Cané (dal 1969 al 1972). Il Bari rimase in B per alcuni anni e addirittura nel 1974 i galletti scesero in Serie C, terminando la stagione con solo 12 gol segnati e 26 concessi in 38 partite. La squadra risalì subito in Serie B, ma De Palo non vide mai i biancorossi nella massima divisione: morì infatti nel 1977, dopo 16 anni come presidente. Tra i giocatori ricordiamo Vittorio Spimi, che nel 1976 lascia la squadra, mentre debuttano Giuseppe Materazzi e Domenico Penzo.

L'inizio dell'era Matarrese ed il primo trofeo (1977-1990)

Il suo successore sarà Antonio Matarrese, iniziatore di una lunga era con la sua famiglia alla guida della Associazione Sportiva Bari; Antonio inizialmente non ha fortuna con la squadra che non riesce a salire in A, pur disputando buoni campionati di B. Tra i giocatori ricordiamo Giuseppe Papadopulo, Stefano Agresti, Giacomo Libera, Roberto Bacchin e Vincenzo Chiarenza. Nel 1979-80, guidati dall'allenatore Antonio Renna, il Bari conclude la stagione a metà classifica e fa il suo esordio in campionato il giovane diciassettenne Gigi De Rosa (2 presenze). Nella stagione 1980-81, pilotati sempre da Renna, indossano la maglia biancorossa Aldo Serena e Maurizio Iorio che concluderanno il campionato con 10 gol a testa. Durante la stagione Renna viene sostituito dal tecnico della "Primavera" biancorossa Enrico Catuzzi, che con 5 vittorie in 11 partite salvò per la seconda volta i biancorossi. Nella stessa stagione 1980-1981 la formazione "Primavera", capitanata da Luigi De Rosa e guidata appunto da Catuzzi e poi da Giuseppe Materazzi, vince la Coppa Italia Primavera battendo (2-0) in finale il Milan di Evani e Incocciati. A fine torneo furono ceduti tra i più importanti: Aldo Serena all'Inter, Bacchin all'Udinese, Luciano Gaudino e Tavarilli. La squadra viene affidata al riconfermato Enrico Catuzzi. L'Associazione Sportiva Bari permane per altri due anni in massima divisione; della stagione 1990/91 è da ricordare Florin Răducioiu. Nel '91 va via anche Maiellaro ma vengono acquistati David Platt e Frank Farina; Zvonimir Boban arriva in prestito dal Milan. Robert Jarni arriva nel mercato invernale. L'anno 1991/92 è però piuttosto contraddittorio e segna per tutti gli anni seguenti la strategia di mercato dell'As Bari: di fatti, nonostante gli onerosi acquisti di livello (che determinano il record di "22000 abbonamenti" al S. Nicola) la formazione va in crisi tanto che a metà campionato la società è costretta ad esonerare Salvemini. Il suo sostituto, Boniek, non riesce a evitare ai galletti la sciagurata retrocessione. In una partita d'inizio campionato Joao Paulo s'infortuna gravemente, rimanendo inattivo per l'intero anno; la sua carriera ne resterà compromessa. A fine anno (1992) partono per altre mete Boban, Platt e Farina; mentre vengono acquistati Giuseppe Taglialatela (lascia i galletti l'anno successivo), Sandro Tovalieri ed Igor Protti. Nel 1993 G. Loseto passerà al Pescara, nel '94 J. Paulo tornerà in Brasile. Gli anni futuri vedono la società decisamente più scrupolosa e parsimoniosa sul mercato, nonché caratterizzata nello scoprire giovani talenti. Risalito in A due anni dopo, al timone di Giuseppe Materazzi (dopo la poco fruttuosa parentesi cadetta '92-'93, sotto la guida del brasiliano Lazaroni), il Bari disputa un buon campionato 1994/95 dove si distingue il bomber Tovalieri (17 marcature), ma l'anno successivo (che vede la partenza di Tovalieri e l'arrivo di Luigi Sala, Klas Ingesson e Kennet Andersson), nonostante la prolifica coppia d'attacco Protti-Andersson (36 reti in due), la formazione del capoluogo subisce molti goals e manca diverse sfide con le dirette rivali, retrocedendo ancora. A campionato finito Protti, autore di prestazioni esaltanti (quell'anno è capocannoniere con 24 reti) va via nonostante la tifoseria chieda a gran voce la sua permanenza. Lascia Bari anche K. Andersson. Il Bari è la prima squadra nella storia della massima divisione a retrocedere nonostante abbia tra le sue file il capocannoniere. La squadra, allenata dal tenace ed esperto Eugenio Fascetti (subentrato a Materazzi a metà campionato '95/96 causa la crisi di risultati) riconquista subito la A (nonostante, a causa d'una brutta flessione iniziata prima di Natale, voci insistenti davano per scontata la permanenza in B e la società già in cerca d'un sostituto del tecnico toscano) dove, grazie anche all'arrivo di Diego De Ascentis, Gianluca Zambrotta, del capitano Gigi Garzya (difensore) e del portiere Francesco Mancini, vi disputa discretamente le prime tre stagioni, navigando nelle posizioni medio-basse della classifica con un 1-3-4-2 “a uomo” (il libero è Gaetano De Rosa, importante pedina nell'11 di Fascetti, nel Bari dal '97) che non disdegna il gioco sulle fasce e toglie qualche soddisfazione al pubblico barese. In questi anni, anche grazie ad un consolidato rapporto tra presidente, allenatore e il ds Regalia, il Bari si conferma società capace di scoprire e valorizzare diversi giocatori, come Phil Masinga (ingaggiato nel 1997 dalla Salernitana, segna 11 goal nella valida stagione '98-'99) e Nicola Ventola ("prodotto" del vivaio barese), ma non opera un incremento d'organico che possa puntare a obiettivi più ambiziosi della salvezza; così nel 1998 lasciano Ventola, Sala ed Ingesson, mentre arrivano Yksel Osmanovski, Daniel Andersson e Gionatha Spinesi. Nel 1999 fanno le valige De Ascentis e Zambrotta, mentre debutta Simone Perrotta. La notte del 18 dicembre 1999, nella partita Bari-Inter, un diciassettenne barese esordiente del vivaio biancorosso, di nome Antonio Cassano, mette a segno il goal della vittoria sui nerazzurri (2-1), stupendo mezza Italia e dando così inizio alla sua ribalta internazionale. Nel mercato estivo dell'anno 2000 Garzya e F. Mancini -già capisaldi della formazione biancorossa- litigano con Fascetti e Matarrese e rescindono il loro contratto con il Bari. Mancini viene rimpiazzato con il giovane belga Jean François Gillet (che in quell'anno si alterna con gli altri due portieri) mentre si registrano pochissimi acquisti rilevanti. La situazione in campionato peggiora e i tifosi acuiscono le proteste contro la dirigenza, a causa della forte crisi di risultati. Fascetti viene licenziato a metà girone di ritorno, al centro d'un'aspra polemica coi tifosi, in cui il tecnico toscano prende le difese della società.Il Bari retrocede ultimo in classifica, dopo aver disputato la quarta stagione consecutiva in A. A campionato finito Cassano, il cui talento non è più una novità, viene venduto alla Roma per 60 miliardi di lire (circa 30 milioni d'euro attuali). Quello del 2001 è l'ultimo campionato in biancorosso anche per D. Andersson, Osmanovski e Perrotta.

La serie B dalla crisi all'arrivo di Conte (2001-2008)

A differenza delle volte precedenti i galletti non riconquistano subito la massima serie ed il rendimento altalenante (dal 6º al 21º posto in due stagioni) demotiva i tifosi che pian piano abbandonano lo stadio. Nella gara Bari-Cittadella del 21 aprile 2002 il S. Nicola conta persino 52 tifosi (suo minimo storico): questa partita viene tuttora ricordata da tifosi e stampa locale come simbolo della contestazione generalizzata contro la dirigenza del Bari, verificatasi tra il 2002 ed il 2007. Sulla panchina dei biancorossi si susseguono vari allenatori. Curioso è il caso della stagione 2003-2004 in cui, nonostante il tecnico veneto Giuseppe Pillon, subentrato a stagione in corso, imposta un gioco propositivo, la compagine biancorossa si classifica quart'ultima, poi perdendo gli spareggi-salvezza contro il Venezia il 19 giugno 2004 e retrocedendo in Serie C1. Fortuna vuole che a causa del fallimento del Napoli, il Bari venga ripescato. Sempre nel 2004 lasciano la squadra Spinesi e De Rosa ed entrano Vincenzo Santoruvo ed Alessandro Gazzi. Gli anni successivi in cadetteria vedono i galletti stabilizzarsi nella zona di metà classifica (10º posto nel 2005, 13º posto nel 2006 e 11º posto nel 2007). Degno di un epilogo migliore rispetto agli anni precedenti sembra l'avvio di stagione 2006-2007, del Bari targato Rolando Maran; è però un fuoco di paglia: nonostante alcuni prestigiosi successi (come il derby di dicembre vinto 3-1 a Lecce), il tecnico trentino, privato nel mercato di gennaio di diversi elementi determinanti, è esonerato a fine febbraio 2007 dopo una striscia di risultati negativi ed il tonfo senz'appello di Vicenza (Bari battuto per 3-0). A Maran succede Beppe Materazzi (11 stagioni dopo l'addio dell'inverno 1995) che, seppur tra qualche sofferenza riesce a salvare la squadra con una giornata d'anticipo (decisivo il successo di Rimini per 1-0 a poche giornate dalla fine, con i romagnoli all'assalto per tutto il secondo tempo ed un rigore prima accordato e poi negato ai padroni di casa, proprio negli ultimi minuti di gioco). A inizio marzo 2007, il sindaco di Bari Michele Emiliano propone la vendita dell'As Bari al famoso petroliere Roman Abramovich (già proprietario del Chelsea Football Club), ma questi giudica il costo richiesto dai proprietari troppo alto. Finisce con un nulla di fatto anche la trattativa per l'acquisto della società, sviluppata nell'Ottobre 2007 tra i monegaschi Cohen e Vedeo (con l'antiquario monegasco d'origine barese, Paolo Stancarone a fare da mediatore) e la famiglia Matarrese. Una volta saltata, questa trattativa suscita molta delusione nell'opinione pubblica barese.Nella stagione 2007-2008 diventa direttore sportivo Giorgio Perinetti, proveniente dal Siena. La stagione inizia con un forte entusiasmo per aver superato i primi due turni di Coppa Italia; nel terzo turno la squadra viene però sconfitta per 3-0 dall'Udinese. In campionato il club alterna sconfitte (è battuto 1-2 nell'esordio casalingo contro il neopromosso Pisa) a risultati positivi, stabilendosi dopo 10 giornate nella zona di metà classifica. Il 28 dicembre Materazzi rassegna le dimissioni da allenatore, dopo la sconfitta interna per 4-0 nel derby contro il Lecce. Al suo posto è chiamato Antonio Conte, ex calciatore di Lecce e Juventus, precedentemente sulla panchina dell'Arezzo. Sotto la guida tecnica di Conte -responsabile di alcune forti modifiche (come l'estromissione dalla rosa di Antonio Bellavista e Santoruvo) accompagnate da validi acquisti come il difensore Andrea Masiello - il rendimento della squadra migliora e nonostante i galletti si piazzino undicesimi (Conte si era prefissato come obiettivo il settimo posto) la stagione viene considerata abbastanza positiva e tappa iniziale per il rilancio della squadra, sicché l'allenatore salentino ottiene un prolungamento di contratto al 2009. Il 15 gennaio 2008 la società compie 100 anni di storia, festeggiando con tifosi e vecchie glorie al Teatro Team di Bari.

Un biennio da record e la nuova retrocessione (2009-2011)


Il mercato estivo per la stagione 2008-2009, la quarantunesima in Serie B, vede l'arrivo, tra gli altri, del difensore Andrea Ranocchia, del centrocampista Daniele De Vezze e dell'attaccante Paulo Vitor Barreto. Sono rilevati invece, nella sessione invernale di mercato Stefano Guberti, Davide Lanzafame e Vitali Kutuzov. Così il cammino verso la Serie A procede positivamente grazie al veloce 4-4-2 di Conte, votato all'attacco e connotato da passaggi smarcanti, ripartenze e gioco di fascia. Di questo gioco sono determinanti Barreto (autore di ben 23 goal) e Guberti. La promozione è aritmetica l'8 maggio 2009 (con quattro giornate di anticipo), complice la sconfitta della contendente Livorno nell'anticipo della 38ª giornata. La classifica finale vede il Bari al primo posto con 80 punti, 65 reti all'attivo (miglior attacco di categoria insieme al Parma) e 35 al passivo (seconda miglior difesa). Il 23 giugno 2009 Antonio Conte e la società rescindono consensualmente il contratto, a causa di divergenze sulla strategia di mercato. Quattro giorni dopo la squadra viene affidata a Giampiero Ventura (ispiratore degli schemi di Conte). Ai primi di agosto la famiglia Matarrese annuncia di aver trovato l'accordo con una holding texana, a cui a capo c'è Timothy L. Barton, per la cessione dell'intero pacchetto azionario (l'accordo preliminare prevedeva il pagamento di 25 milioni di euro), ma la trattativa non va in porto a causa del mancato rispetto degli accordi contrattuali. Nel mercato estivo arrivano i centrocampisti Edgar Álvarez (veloce nelle discese sulla fascia), Massimo Donati e Sergio Bernardo Almirón, nonché il giovane difensore Leonardo Bonucci; mentre Guberti e Lanzafame (che erano in prestito) vengono sostituiti da altri giocatori d'esperienza. Nonostante l'immediata eliminazione in Coppa Italia all'esordio (il 15 agosto al San Nicola), per mano dell'Empoli (ai rigori dopo l'1-1 maturato nei tempi regolamentari), in campionato la squadra è quanto mai sorprendente (con il 4-4-2 di Conte trasformato, in fase avanzata, in un 4-2-4) e al termine del girone d'andata è in zona UEFA Europa League, con la seconda miglior difesa (solo 18 reti subite). Proprio nella difesa si distinguono particolarmente Bonucci e Ranocchia mentre è importante il ruolo dello stesso Barreto (per lui 14 marcature) e del regista Almiron (sebbene sia comunque determinante l'apporto di ciascun giocatore). I galletti, considerati da molti una “rivelazione” del campionato,ed ammirati dagli esperti per il gioco vivace patiscono però due flessioni nel girone di ritorno e chiudono la competizione al decimo posto con 50 punti all'attivo: per i pugliesi comunque un record nella massima serie a girone unico. Dopo anni di sofferenze, i tifosi sono finalmente soddisfatti e molti definiscono la squadra di Ventura "il miglior Bari di sempre". L'8 maggio 2010 il direttore sportivo Perinetti (principale assertore dei felici cambiamenti dell'ultimo triennio) annuncia l'addio alla società per tornare al Siena. I motivi di questa separazione (sicuramente riguardanti divergenze progettuali) non sono noti ma lo stesso direttore, nelle varie interviste rilasciate, dà diversi indizi. In luglio il Bari viene classificato in duecentonovantesima posizione nel ranking IFFHS per squadre di club. Nel mercato estivo vengono ceduti Ranocchia, Bonucci (convocato in Nazionale Italiana ai Mondiali di Sudafrica 2010) e De Vezze; mentre tra gli acquisti spiccano Nico Pulzetti (poi ceduto nel successivo mercato invernale) e l'algerino Abdelkader Ghezzal. La stagione 2010-2011 inizia molto bene ma dalla 6ª giornata, persa all'ultimo minuto contro il Genoa , inizia una fase involutiva in cui i galletti inanellano un grosso numero di sconfitte. Il gioco s'affievolisce e ben presto inizia una serie raccapricciante d'infortuni (che colpiscono molti perni del gioco barese, compresi Almiron e Barreto). In Coppa Italia, dopo le vittorie su Torino e Livorno, arriva la sconfitta negli ottavi di finale per 3-0 contro il Milan. L'andamento negativo non cessa e il 10 febbraio 2011, dopo una dura contestazione Ventura è costretto a lasciare la panchina (tramite rescissione consensuale di contratto con la società) e viene sostituito da Bortolo Mutti. Con Mutti, che cerca d'instillare fiducia nei giocatori e semplifica le tattiche, la squadra ottiene un parziale miglioramento e qualche buon risultato (vince in casa della storica "bestia nera" Parma dopo ben 81 anni e pareggia 1-1 a San Siro con il Milan capolista) ma non evita la retrocessione in Serie B, che arriva con 4 giornate d'anticipo (il 23 aprile 2011 dopo la gara con la Sampdoria, persa 0-1). Il campionato si conclude con un'inaspettata vittoria dei biancorossi per 4-0, in casa del Bologna con tre delle quattro reti siglate dal "primavera" Grandolfo. Mai i biancorossi avevano timbrato una così larga vittoria nelle trasferte di Serie A e lo stesso Grandolfo é il primo giocatore barese, che sigla una tripletta in una trasferta di massima serie. E' ancora serie B, dopo soli due anni: le conseguenze di questa nuova retrocessione saranno pesanti. Nella primavera fallisce una trattativa per l'ingresso di nuovi soci nell'AS Bari (tre grandi imprese pugliesi, tra le quali spicca la Dec Costruzioni del barese Vito De Gennaro), per rinuncia dei potenziali nuovi soci (sui motivi precisi del fallimento ci sono discordanze nelle dichiarazioni dei soggetti interessati), mentre a Giugno si chiude male un'altra trattativa, intavolata con la Proto Consulting (garante per altre imprese, di cui sono segreti i nomi) per l'acquisto dell'intero pacchetto azionario.Il Bari corre, ora come mai in passato, serie difficoltà finanziarie: il club si salva dalla penalizzazione o addirittura dalla mancata iscrizione al successivo campionato di serie B, grazie alla cosiddetta "spalmatura degli stipendi" degli atleti (una decurtazione degli ingaggi, necessaria a pagare tre mensilità che però non tutti i gicatori accettano). Il 13 giugno 2011 il presidente e tutto il consiglio d'ammistrazione della società rassegnano le dimissioni dopo 28 anni di gestione diretta di Vincenzo Matarrese. Il direttore generale Claudio Garzelli (fautore della strategia degli stipendi) viene nominato amministratore unico della società (la proprietà rimane sempre, per il 90%, della famiglia Matarrese). Per far fronte alle ristrettezze finanziarie della società e cancellare le tracce d'un anno profondamente negativo, Garzelli e Angelozzi (il direttore sportivo succeduto a Perinetti) smantellano quasi tutta la rosa; vengono recuperate risorse soprattutto dalla cessione di Almiron, Barreto, Gazzi, A. Masiello, Alvarez e Ghezzal. Assume, poi, forte risalto il congedo di Gillet, per 10 anni in biancorosso (togliendo il 2003, anno in cui giocò nel Treviso a causa della scarsa intesa con l'allora coach Tardelli) e a lungo capitano della squadra (nonché beniamino dei tifosi), che non riesce a tornare in B dopo il successo degli ultimi due anni, in cui ha guadagnato un posto nella nazionale belga. La squadra viene messa nelle mani del tencico Vincenzo Torrente (ex calciatore del Genoa abituato ad allenare i giovani, che ha portato il Gubbio in due anni, dalla Seconda Divisione alla serie B e che firma il 15 giugno 2011 un contratto annuale con il Bari) e rifondata su giovani emergenti (meno costosi). Tra i giovani assoldati spiccano il terzino Under 21 Alessandro Crescenzi ed il trequartista Fernando Forestieri (entrambi in prestito). Massimo Donati (tra i più "anziani" della nuova rosa ed uno dei pochi rimasti della vecchia squadra) è il nuovo capitano.