giovedì 24 aprile 2014

La Bari merita rispetto. Basta chiacchiere, ora i fatti...

di Mario Caprioli

Il Bari non può e non deve scomparire. Un bacino d'utenza pari a un milione e mezzo di abitanti, oltre trenta campionati di serie A, diversi talenti sfornati alle grandi del calcio nostrano e un pubblico da far invidia a molti. Per non parlare dei trentacinquemila spettatori del San Nicola in occasione della sfida di una settimana fa tra Bari e Latina. Uno spettacolo degno dei migliori palcoscenici internazionali. Ma forse tutto questo non basterà. Imprenditori nazionali interessati al galletto non se ne vedono all’orizzonte, complice la crisi che sta attanagliando il nostro Paese. A livello internazionale c’è poco da fidarsi. Ultimo caso quello della SSC Bari, società di cui  Di Campli si è fatto promotore, invano però per la mancanza del bonifico, mai spedito da Londra. Medesima cosa per i turchi, scomparsi dopo la costituzione della società Bari Sport 2014. Ghirardini non pervenuto. L’unica speranza per la sopravvivenza del club si chiama Gianluca Paparesta che da mesi si sta adoperando per garantire un futuro alla squadra della sua città. Anche sul fronte dell’ex arbitro si sono registrati intoppi di carattere burocratico dopo l’asta di venerdì 18, andata deserta per una documentazione non idonea presentata dallo stesso Paparesta. Il duo Sperduti-Paparesta sicuramente ci riproverà come hanno confermato i diretti interessati in questi giorni. Poche luci e molte ombre sinora. A Bari l'incertezza regna sovrana. La speranza è che stavolta alle parole possano seguire i fatti. La Bari non può scomparire, la Bari merita rispetto.  

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