Chiusura di buon anno in bellezza per il
nostro blog. Nel pomeriggio abbiamo ascoltato in esclusiva l'esperto direttore
sportivo Vittorio Galigani. Una vita nel mondo del calcio per Galigani partita
nel 1979 da Perugia e conclusasi nel 2010 a Potenza passando per Milan, Verona,
Cagliari, Pescara, Taranto e Foggia. Chissà non lo si possa rivedere in veste
dirigenziale da qualche altra parte. Glielo auguriamo.
Con lui abbiamo parlato della
difficile situazione che sta attraversando il Bari Calcio.
Signor Galigani, è stato lei a portare
Daniele Sciaudone in Puglia ai tempi del Taranto nel 2007. Cosa ne pensa del centrocampista biancorosso? Potrebbe partire a gennaio?
Daniele è cresciuto tantissimo in questi
anni. Lo portammo a Taranto quando aveva solo 17 anni, prelevandolo dalla Tritium. Già da allora si intravedevano le sua grandissime qualità. Sono certo
che se arrivasse un'offerta sostanziosa da qualche club di serie A, Angelozzi
sarebbe costretto a cederlo andando anche contro la propria volontà.
Da
qualche mese, Gianluca Paparesta è entrato a far parte della società in veste
di club manager. Ci può spiegare la figura del club manager?
L’ingresso di Paparesta nell’organigramma
societario ha anche uno scopo di marketing. E’ un ottimo professionista e per
di più tifa Bari. Tra i suoi compiti vi sarà quello di trovare capitali freschi da immettere nelle casse del club. Sono certo che
si starà adoperando per garantire al Bari un futuro più sereno di quello
attuale.
Come
reputa il lavoro svolto da Guido Angelozzi in questi tre anni a Bari?
E’ un collega che stimo. Purtroppo, Guido si è trovato ad operare in una situazione particolare,
essendo obbligato a ridurre al massimo i costi. Nel nostro mestiere si può
sbagliare la scelta di un calciatore ma si sa che nel calcio è bravo chi
sbaglia meno. La proprietà ha dettato una determinata linea che lui sta
seguendo in maniera egregia, facendo di necessità virtù.
In
estate ha tenuto banco la trattativa Matarrese-Montemurro per la cessione della
società. E’ stata un’occasione persa dai Matarrese per lasciare definitivamente
il club?
Forse sì. Montemurro
aveva proposto più di quanto effettivamente valesse il Bari. Certamente non
sarebbe toccato a lui accollarsi i debiti pregressi. Nell’ipotesi in cui
fossero sorti problemi con l’Agenzia dell’entrate e la Covisoc avesse accertato
il mancato rispetto di alcuni pagamenti alle scadenze fissate dai regolamenti,
sarebbero potute insorgere difficoltà di continuità alla gestione. Comunque, credo
che Montemurro e il suo socio Rapullino avessero tutte le possibilità per fare
calcio a Bari. L’imprenditore barese, al contrario di russi o americani, ci avrebbe messo la faccia e non avrebbe compiuto passi falsi.
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