Fonte foto: Corriere dello Sport |
di Mario Caprioli
L'ottava sconfitta in sole
diciassette gare è l'ennesimo campanello d'allarme in casa Bari. E' la riprova
di una squadra costruita male in estate. La zona retrocessione è a sole due
lunghezze, quella playoff a sei. Nulla di irrecuperabile ma quel che più
preoccupa è la tenuta fisica ed il morale sotto i piedi dei ragazzi di mister
Nicola. Proprio l'allenatore piemontese, dopo Bari-Carpi, ha ammesso:
"Questa squadra non può lottare per un campionato di vertice." Parole
giuste, sacrosante che non vogliono illudere una piazza che, ad inizio
stagione, ha dato fiducia alla nuova società sottoscrivendo la bellezza di
undicimila abbonamenti. Anche il presidente Gianluca Paparesta ci ha messo del suo ad inizio
campionato. Troppe promesse e proclami a vuoto. La scelta di cedere Joao Silva
(per ripianare il bilancio), senza reperire un valido rimpiazzo, si è rivelata
deleteria. Caputo non è in grado di reggere da solo un attacco che si basa esclusivamente su di lui. Galano è un esterno d'attacco e dubitiamo
possa giocare alla "Siligardi" in un attacco a due. Il modulo più congeniale per il "Robben di Puglia" è il 4-3-3. Nel mercato invernale bisognerà capire cosa fare di De Luca, troppo incostante e leggerino per un campionato fisico come quello cadetto. Il reparto
difensivo, nonostante il passaggio al 3-4-1-2 e le discrete prove dei centrali
(Contini in primis), continua a subire almeno una rete a partita. Il
centrocampo non garantisce la giusta protezione e non offre palloni invitanti
agli attaccanti. Donati è in netto ritardo di condizione. Finora l'unico a
salvarsi nella mediocrità generale è stato Romizi, vero e proprio mastino. Sciaudone ha alternato prestazioni positive e negative. Capitolo riserve: Minala, Filippini, Rozzi, Stoian, Gomelt, Wolski. Un disastro
completo. Gente inutilizzata o che, quando è stata chiamata in causa, ha
sprecato la propria occasione. Calciatori da rispedire a casa, calciatori che
forse non hanno capito cos'è la Bari. Mercato fallito insomma. E' questa la sentenza emessa dal rettangolo verde. Non c'è un solo
acquisto che sinora ha convinto, compreso Donnarumma. Dopo un discreto avvio, il
portiere scuola Milan si è reso protagonista nelle ultime giornate di diverse incertezze e chissà che
già nella sfida con il Cittadella non possa tornare Guarna tra i pali. Infine, chiosa su Stevanovic: come si
fa a tenere in panchina uno come lui? E' l'unico in grado di saltare l'uomo e
garantisce una certa imprevedibilità all'attacco biancorosso. A gennaio
rivoluzione sia. Che sia fatta con criterio ed oculatezza. Perchè sbagliare è
umano, perseverare è diabolico. Per rispetto degli undicimila cuori
biancorossi e di una piazza calda ma umorale come quella barese.
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